Dr. Marco Filippini – La frattura del malleolo
I malleoli sono le prominenze ossee presenti nella parte interna ed esterna della caviglia: il malleolo interno è l’estremità della tibia, mentre il malleolo esterno è la parte finale del perone.
Le fratture del malleolo sono caratterizzate dalla rottura di uno o di entrambi i malleoli dell’articolazione della caviglia e possono manifestarsi in conseguenza di una distorsione, di una caduta o di un trauma diretto sulla caviglia.
Le fratture malleolari vengono classificate in:
I sintomi che si possono presentare in una frattura del malleolo sono: dolore e gonfiore sulla caviglia e sul piede, deformità scheletriche a livello della caviglia e, ovviamente, difficoltà nella deambulazione.
Nella maggior parte dei casi è sufficiente effettuare una RX per avere tutte le risposte che il medico cerca, quindi non solo se c’è o no frattura, ma anche che tipo di frattura è (composta, scomposta, pluriframmentata).
Nei casi in cui l’RX risulti poco chiara e lasci dei dubbi è necessario sottoporsi alla TAC, che grazie alla tridimensionalità delle immagini permette di togliere ogni dubbio.
L’approccio verso questi infortuni è variabile in base alla gravità e alla tipologia di frattura. Se ci troviamo di fronte una frattura unimalleolare composta sono fondamentali nelle prime quattro settimane il riposo e l’immobilizzazione della caviglia. Nel caso di fratture unimalleolari scomposte o frammentate è necessario l’intervento chirurgico. Nelle fratture bimalleolari o trimalleolari è imprescindibile l’approccio chirurgico, indipendentemente dal tipo di frattura.
Terminata la fase di immobilizzazione della caviglia è assolutamente indispensabile cominciare un percorso fisioterapico. Nella prima fase il paziente verrà sottoposto a:
– trattamenti di kinesi terapia passiva per il recupero dell’escursione articolare della caviglia
– sedute di terapia strumentale, indispensabili per ridurre il dolore e il gonfiore dovuti al periodo di immobilità
– Idrokinesiterapia, cioè esercizi in piscina riabilitativa, preferibilmente con acqua riscaldata a 33°/34°, fondamentali per un recupero precoce in quanto permettono di riattivare la muscolatura e l’articolarità della caviglia in assenza di carico
Nella seconda fase della riabilitazione si continuerà il lavoro di kinesi passiva per completare il recupero dell’articolarità e verranno introdotti
esercizi terapeutici attivi con l’obiettivo di:
– ripristinare il corretto schema motorio del passo
– rinforzare la muscolatura di tutto l’arto inferiore
– recuperare la propriocezione della caviglia.
In questa fase è molto importante rivolgersi ad una struttura specializzata, con attrezzature di ultima generazione, che possano monitorare in maniera oggettiva i miglioramenti della caviglia, adeguare il percorso terapeutico in base alle valutazioni intermedie e ottenere, di conseguenza, il miglior recupero possibile dell’articolazione.
Nella fase finale della riabilitazione l’attenzione sarà volta al completo recupero della forza e della propriocezione, e alla stabilizzazione dei risultati acquisiti.
Fisioterapista