Dr. Roberto Esposito – Radiodiagnostica. – Dottore di ricerca in Neuroimaging funzionale – Specialista in Psicoterapia Psicoanalitica – La risonanza magnetica multiparametrica della prostata
La risonanza magnetica della prostata, nota anche come risonanza magnetica multiparametrica della prostata, è un esame di imaging che utilizza campi magnetici e onde radio per ottenere immagini dettagliate della prostata in modo non invasivo e sicuro al fin di valutare la struttura anatomica della prostata e rilevare eventuali patologie.
In generale, la risonanza magnetica multiparametrica della prostata è considerata uno strumento di imaging avanzato e può fornire informazioni preziose per la valutazione e il monitoraggio delle molte condizioni prostatiche ed in particolare per la diagnosi precoce del tumore della prostata. Per comprendere la preziosa funzione di questa tipologia di indagine è innanzitutto bene conoscere meglio la patologia considerata.
Si tratta di uno dei tumori più diffusi fra gli uomini: il tumore della prostata costituisce circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nei soggetti di sesso maschile e, secondo le statistiche, 1 uomo su 8 rischia di ammalarsi. Tuttavia, grazie all’evoluzione della ricerca il tumore della prostata è una fra le neoplasie con le più alte percentuali di sopravvivenza. Fra i principali fattori di rischio c’è sicuramente l’età (il tumore alla prostata interessa i pazienti dopo i 50 anni e soprattutto dopo i 65, con una percentuale che arriva addirittura al 70% dopo gli 80 anni d’età); la familiarità è a sua volta una componente da considerare, in quanto il rischio di sviluppare questa patologia raddoppia nei soggetti i cui parenti stretti ne soffrono.
E’ molto importante riconoscerne precocemente i sintomi: spesso all’inizio si verifica solo un ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica) e di conseguenza un’alterazione del deflusso dell’urina, dovuta alla compressione dell’uretra. In seguito, possono manifestarsi: frequente bisogno di urinare, difficoltà nell’urinare e nello svuotare la vescica, spesso associata a dolore, comparsa di sangue nello sperma o nell’urina.
Oltre agli eventuali sintomi, l’indicatore più esplicito è il livello di PSA (abbreviazione inglese di Antigene Prostatico Specifico), alla cui analisi dovrebbero sottoporsi gli uomini oltre i 50 anni d’età almeno ogni tre-quattro anni. Se la quantità nel sangue di questa proteina risulta elevata, può trattarsi di un primo segnale della presenza di un tumore alla prostata, ma anche di una semplice infiammazione della stessa.
Si ricorre alla risonanza magnetica multiparametrica della prostata per determinare se procedere o meno con la biopsia, che resta per sua natura una procedura diagnostica invasiva. Se quindi in un paziente si manifesta un livello alterato di PSA, si può prima di tutto eseguire una risonanza magnetica prostatica multiparametrica e poi eventualmente procedere con la biopsia. Infine, la risonanza magnetica multiparametrica della prostata si rivela estremamente utile anche dopo l’eventuale intervento chirurgico, radioterapico o farmacologico: nel caso in cui il livello di PSA si alzasse di nuovo, questo esame potrebbe contribuire all’individuazione di eventuali recidive.
La risonanza magnetica prostatica multiparametrica è un esame diagnostico non invasivo, in quanto si basa sul principio della radiofrequenza e non contempla l’utilizzo di radiazioni ionizzanti. La prostata viene esaminata nei tre piani dello spazio consentendo un accurato studio della sua morfologia.
Il paziente deve soltanto restare disteso e immobile sul lettino in posizione supina e respirare regolarmente.
Il tecnico di radiologia procederà a sviluppare le immagini grazie a una serie di scansioni mettendole a disposizione del medico radiologo.
La durata della procedura, che è assolutamente indolore, è di circa 30 minuti.
Il risultato è una vera e propria mappatura della prostata, che consente di ottenere perfino le immagini di tumori di dimensioni inferiori a 1 centimetro e di conseguenza il più completo quadro della situazione.
Subito dopo il termine dell’esame è possibile cibarsi e svolgere le proprie attività, senza particolari tempi di attesa. È anche possibile sottopor,òsi con una sedazione completa, che va richiesta esplicitamente in precedenza. Se invece il soggetto soffre di claustrofobia, non c’è di che preoccuparsi: l’esame può essere eseguito in totale sicurezza posizionando la testa del paziente leggermente all’esterno della macchina, in modo da renderlo possibile senza mettere in secondo piano il benessere.
I mezzi di contrasto servono ad aumentare ulteriormente la visibilità delle strutture indagate. Per eseguire la risonanza magnetica multiparametrica della prostata con mezzo di contrasto si prepara sul braccio del paziente un accesso venoso (che verrà rimosso al termine dell’esame) per l’iniezione del liquido per via endovenosa. Il paziente il giorno dell’esame dovrà presentarsi a digiuno da circa 6 ore e portare con se l’esame di laboratorio della creatininemia. Naturalmente, il paziente dovrà comunicare preventivamente se soffre di allergie rilevanti e portare sempre con sé referti di esami precedenti, anche di altra tipologia. Se ci si è già sottoposti a biopsia, è necessario aspettare almeno 6 settimane prima di affrontare questo tipo di esame.
Radiodiagnostica – Dottore di ricerca in Neuroimaging funzionale – Specialista in Psicoterapia Psicoanalitica