Dr. Luca Brandi – Medico Chirurgo – Specialista in Oculistica e Oftalmologia
La degenerazione maculare senile è una malattia cronica degenerativa che, come suggerisce il nome, è correlata all’età e che colpisce la parte centrale della retina, chiamata macula, dalla quale dipende la visione dei dettagli e dei colori delle immagini. Questa malattia inizialmente asintomatica è una vera e propria forma di invecchiamento della retina che in alcuni individui può esordire anche molto precocemente, attorno ai 50-55 anni e che può progredire lentamente in modo del tutto silente. Nelle forme avanzate la malattia può produrre un grave handicap visivo per la perdita della visione centrale che comporta gravi difficoltà ad esempio nella lettura e nella guida dell’automobile.
Esistono essenzialmente due entità cliniche differenti. La forma secca, caratterizzata da un progressivo assottigliamento della retina e dalla formazione di depositi sottoretinici detti drusen, che rappresentano un pò una sorta di accumulo di prodotti di scarto dell’attività metabolica della retina. Il risultato è un progressivo declino della funzione visiva centrale e la formazione di una chiazza di atrofia centrale a carta geografica.
La forma umida od essudativa, in presenza dei sopra menzionati fenomeni degenerativi cronici è invece caratterizzata dalla formazione al centro della retina di vasi anomali, che crescendo in risposta ad una abnorme richiesta di ossigeno e di nutrimento e a fenomeni infiammatori, porta ad uno scompaginamento ed una sovversione delle delicate strutture retiniche. Compaiono emorragie ed essudati sierosi, fenomeni cicatriziali generalmente centrali con grave ed irreversibile perdita della visione in assenza di un trattamento tempestivo.
Foto a colori di Drusen sottoretiniche: chiazzette giallastre di materiale lipoproteico, in parte confluenti, rimaneggiamento pigmentario.
Degenerazione maculare con fenomeni degenerativi, essudazione ed emorragie retiniche.
Degenerazione maculare con diffusi fenomeni di atrofia corioretinica centrale ed aspetto a carta geografica.
Fattori di rischio oltre all’età e la familiarità sono il fumo di sigaretta, l’esposizione alla luce solare senza un’adeguata protezione, patologie cardiovascolari come l’ipertensione e l’ipercolesterolemia come in generale una dieta ipercalorica, con un eccessivo apporto di zuccheri e grassi saturi specie animali, associato ad scarso apporto dietetico di frutta verdura, pesce. Possiamo dire che esista un’analogia con i processi alla base dell’aterosclerosi dei vasi arteriosi che porta ad un restringimento del lume delle delle arterie per deposizione di materiale grasso e successivi fenomeni di fibrosi e calcificazione della parete di questi che può portare a sua volta all’insorgenza di infarti e d ictus.
La diagnosi avviene durante una semplice visita oculistica durante la quale il medico evidenzia all’esame del fondo oculare al microscopio i segni tipici che possono essere già presenti anni prima della comparsa dei primi sintomi. L’utilizzo di strumentazioni più sofisticate come una fluorangiografia retinica capace di fotografare la retina dopo la somministrazione endovenosa di un colorante completa la diagnosi.
Oggi un prezioso aiuto è dato dalla notevole diffusione degli OCT – acronimo di Tomografia Ottica a Coerenza – sofisticati strumenti altamente tecnologici che, nonostante il costo di svariate decine di migliaia di euro, sono diventati negli ultimi anni un prezioso alleato per gli oculisti, proprio per il supporto che forniscono nella gestione e spesso nella diagnosi precoce delle maculopatie.
L’esame, assolutamente innocuo, rapido e ripetibile avviene grazie ad una tecnologia a scansione laser che effettua una fotografia delle varie strutture oculari e permette di ricostruire un’immagine tridimensionale, realizzando una sorta di TAC dell’occhio con la capacità di visualizzare dettagli di 3 millesimi di millimetro a livello della retina e del nervo. Questo permette di avere dati quantitativi sullo spessore, sulla forma e sulla struttura interna dell’occhio fino a ricostruire vere e proprie mappe della parte centrale delle retina.
Oggi una visita oculistica completa specie dopo i 40 – 50 anni di età, dovrebbe prevedere sempre il ricorso a questi sofisticati strumenti per avere una scansione dettagliata della retina e del nervo e diagnosticare precocemente quadri clinici che potrebbero sfuggire durante una visita tradizionale come quelle che venivano fatte fino a 20 anni fa.
Prima si giunge ad una diagnosi e prima si possono mettere in atto stili di vita adeguati ad arrestare i fenomeni degenerativi e programmare dei controlli clinici con la giusta frequenza che possono prevenire l’insorgenza delle forme più gravi ed invalidanti.
Dr. Luca Brandi – Medico Chirurgo – Specialista in Oculistica e Oftalmologia