PROTESI DI SPALLA, A COSA SERVE?
Inizialmente utilizzata solo per le grandi fratture, con gli anni la sostituzione dell’articolazione della spalla ha fatto notevoli passi avanti. Una volta che fisioterapia, riabilitazione, trattamenti di natura conservativa, non sono risultati efficaci, l’intervento alla spalla può risultare un valido alleato nel recupero della funzionalità e del dolore.
QUANDO VALUTARE LA PROTESI DI SPALLA
Ecco le situazioni nelle quali può rendersi necessario un intervento di protesi di spalla:
QUANDO E’ INDISPENSABILE LA PROTESI ALLA SPALLA
Le linee guida per l’impianto di una protesi sono principalmente due :
Se per esempio l’articolazione, anche se tendente alla degenerazione o alla perdita di massa muscolare o resistenza muscolo-tendinea, è comunque in grado di sorreggere sforzi importanti e permettere i movimenti sul piano globale, allora molto probabilmente, non sarà il caso di ricorrere alla protesi.
CHE TIPO DI PROTESI E’ NECESSARIA PER ME?
Le protesi moderne sono numerose e permettono di essere impiantate per risolvere diversi tipi di degenerazione e deformazione. Ecco le tipologie:
CHE COS’E’ LA PROTESI INVERSA?
Un altro modello di protesi totale ancora poco conosciuto ma che si è andato affermando negli anni più recenti è la cosiddetta protesi inversa. Rispetto alla normale anatomia della spalla questa protesi viene montata all’inverso. Alla scapola viene fissata una componente convessa, semisferica, mentre la superficie concava si trova sul versante dell’omero: fisiologicamente la testa dell’omero è convessa (a sfera) mentre il versante articolare della scapola è concavo per accogliere la testa in sede.
QUANDO S’IMPIANTA LA PROTESI INVERSA DI SPALLA
Questo tipo di protesi è indicato nei casi in cui:
Il requisito indispensabile per questo tipo di intervento è l’integrità della fisiologia e della funzionalità del muscolo deltoide. Infatti, in una prima fase sarà proprio questo il muscolo portante della struttura articolare della spalla operata, diminuendo così le forze sulla glenoide e riducendone i rischi. Questa protesi inversa si basa la sua funzione su due concetti principali:
Affinché ciò sia possibile tramite gli esami diagnostici (risonanza in primo luogo, ecografia, radiografia e computerizzazione pre-intervento), viene virtualmente valutato il tipo d’intervento necessario dietro elaborazione del paziente stesso, in modo da valutare con precisione eventuali criticità riscontrabili in corso di intervento chirurgico.
COSA FARE DOPO L’INTERVENTO DI PROTESI INVERSA
Seguire con totale precisione le indicazioni del chirurgo e del fisioterapista sono alla base di un ottimo recupero alla funzione della spalla.
In una prima fase il braccio verrà sostenuto con un tutore ortopedico per circa 2-3 settimane. Il braccio inizialmente potrà presentare tumefazioni, arrossamenti e un indebolimento complessivo da considerarsi normale esito dell’intervento. Questo tipo di problematiche è momentaneo, e con la fisioterapia ci sarà una graduale ripresa funzionale e fisiologica della spalla, del gomito e della mano. Eventualmente, si potrà eseguire il linfodrenaggio se si verifica un edema importante nel post- chirurgico. Il percorso di riabilitazione prevede:
La riabilitazione può durare dai 6 ai 12 mesi.
Se tutto viene effettuato secondo i parametri sanitari, come numerosi studi confermano, la riabilitazione post-intervento è positiva nel 90-95% dei casi di intervento. Un numero importante, indice della sicurezza e della praticità di questo tipo d’intervento.