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GOZZO E DEFICIT IODICO

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 Dr.ssa Lucia Mingolla – Medico Chirurgo, PhD – Specialista in Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo

Per gozzo si intende l’aumento di volume della tiroide, quando non dovuto a tiroidite o neoplasie.

Epidemiologia

In Italia circa 6 milioni di persone sono affette da gozzo, il che comporta un impatto economico stimato di circa 150 milioni di euro/anno.

Eziologia

Intervengono sia fattori intrinseci (genetici) che ambientali, tra cui il principale è la carenza dell’apporto iodico con l’alimentazione.

La diagnosi di gozzo

La diagnosi di gozzo in genere è clinica, mediante l’ispezione del collo (normoesteso ed in iperestensione) e la palpazione.
L’ecografia tiroidea è in grado di: determinare il volume tiroideo, identificare la presenza di eventuali noduli;
Per la valutazione dell’estensione del gozzo, dei suoi rapporti con le strutture del collo, in particolare degli eventuali effetti sulla trachea, è richiesta TC del collo e mediastino (senza contrasto).

NODULI TIROIDEI

Il nodulo tiroideo è un aumento di volume circoscritto della tiroide, ben delimitabile dal tessuto circostante. Può presentarsi come nodulo singolo o in forma multinodulare, nell’ambito di una ghiandola normale o di un gozzo.
È frequentemente indipendente dal livello di funzione ghiandolare e dalla presenza di autoimmunità tiroidea.

Epidemiologia

La prevalenza è intorno al 5% ed aumenta con l’avanzare dell’età e nel sesso femminile (prevalenza F/M = 3-4/1).
Ogni anno in Italia vengano diagnosticati circa 60.000 nuovi casi di patologia nodulare tiroidea.
La maggior parte dei noduli è di natura benigna e non ha bisogno di alcuna terapia, solo il 5-7% dei casi è di natura maligna.

Sintomi

La maggior parte dei pazienti è asintomatica o presenta sintomi aspecifici. Si possono riscontrare, se i noduli sono voluminosi, sintomi da compressione delle strutture vitali del collo (esofago e trachea) come difficoltà alla deglutizione, senso di fastidio, senso di “pesantezza” a livello del collo soprattutto in posizione supina.
In genere, manca un chiaro rapporto fra la presenza di sintomi, locali o generali e la natura benigna o maligna della lesione.

Ecografia tiroidea

È il principale esame per la definizione della patologia nodulare tiroidea.
Fornisce informazioni sulle caratteristiche generali della ghiandola (volume, profili, eco-struttura, ecogenicità, vascolarizzazione), sulla presenza di noduli tiroidei e loro numero, sede e dimensioni. La valutazione delle caratteristiche ecografiche del nodulo (ecogenicità, margini, microcalcificazioni, vascolarizzazione intra-lesionale) permette un’iniziale stratificazione del
rischio di malignità della lesione. Per comprendere la natura del nodulo, è sovente necessario sottoporsi ad un ago-aspirato tiroideo con ago sottile.


Ago-aspirato per esame citologico (FNA)

L’ago-aspirato nodulare fornisce informazioni accurate sulla natura del nodulo e sul rischio di malignità della lesione, quantizzato dalla classificazione SIAPEC-IAP attualmente adottata nella refertazione citologica. Costituisce pertanto il gold standard per l’indicazione chirurgica nella patologia nodulare tiroidea. La sua esecuzione, di regola sotto guida ecografica, è  indicata nei pazienti con nodulo tiroideo che presentino elementi di rischio secondo il giudizio dello specialista. Dopo aver definito la natura benigna della lesione, sarà possibile gestirla con tranquillità e nella maggior parte dei casi senza bisogno di trattamento specifico. È chiaro che, qualora nel tempo il nodulo aumentasse di dimensione causando disturbi locali, è fondamentale contattare immediatamente un endocrinologo.


Altri esami strumentali:
Scintigrafia tiroidea

Nei soggetti con TSH soppresso o ai limiti inferiori della norma viene posta
l’indicazione all’esecuzione di questo esame spacialistico, nel sospetto di:

• aree funzionalmente autonome;
• tiroidite subacuta;
• gozzo multinodulare con sospette aree iperfunzionanti, per orientare l’agoaspirato sulle aree non captanti.

TC e RMN danno informazioni precise sui rapporti della ghiandola con gli altri organi del collo ed il mediastino superiore.
Sono pertanto indicate in alcuni casi (gozzo voluminoso o a crescita endotoracica, neoplasie localmente avanzate) per decidere nella fase pre-operatoria l’approccio terapeutico
ottimale.

Dr.ssa Lucia Mingolla – Medico Chirurgo, PhD – Specialista in Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo