Nell’ambito della classificazione delle lesioni muscolari da trauma indiretto, esiste in ambito bibliografico, una certa confusione lessicale. Vengono utilizzati differenti terminologie, che spesso non si rivelano altro che dei sinonimi, ma che, in ogni caso, generano un po’ di confusione interpretativa. Ritenendo che la classificazione delle lesioni rivesta in ambito riabilitativo un importanza centrale, presenteremo di seguito la classificazione che, secondo la nostra esperienza riabilitativa, ci sembra risultare di maggior razionalità sia dal punto di vista dei criteri anamnestico e sintomatologico adottati, che dal quello di ordine anatomo-patologico. Nel 2000 il Dr. Nanni suddivide le lesioni muscolari da trauma indiretto, basandosi su criteri di ordine anamnestico, sintomatologico e anatomo-patologico in:
– Contrattura
– Stiramento
– Strappo di I° grado
– Strappo di II° grado
– Strappo di III° grado
Come possiamo fare una diagnosi differenziata tra queste lesioni?
Inizialmente con una valutazione clinica:
La contrattura si presenta con un dolore che compare dopo l’allenamento o la partita, non vi è lesione muscolare, ma abbiamo una alterazione di tutto il muscolo o parte di esso.
Lo stiramento si presenta con un dolore immediato che non sempre impedisce il proseguimento dell’attività, ma che aumenta progressivamente. Si deve interrompere immediatamente l’attività per evitare lo strappo muscolare. Al tatto il muscolo presenta un cordone doloroso in una zona precisa.
Lo strappo si presenta con un dolore acuto localizzato in un punto preciso del muscolo, impedisce di continuare l’attività e vi è un danno muscolare più o meno esteso. Nello strappo di 2°/3° grado si evidenzia una tumefazione ed echimosi, mentre nelle lesioni di 3° grado abbiamo anche un avvallamento nella sede della lesione.
Per confermare la diagnosi è bene eseguire alcuni accertamenti strumentali quali ecografia ed in casi particolare Risonanza magnetica.
Le lesioni muscolari sono frequenti nello sportivo?
Direi di si indicativamente rappresentano una incidenza del 20/30% di tutti i traumi da sport.
Quali sono i fattori che contribuiscono all’insorgenza delle lesioni muscolari?
Oggi abbiamo una buona conoscenza delle cause che contribuiscono alla insorgenza delle lesioni muscolari: preparazione sbagliata, errato riscaldamento, muscolo indebolito da precedente lesione, eccessivo lavoro muscolare, eccessiva tensione muscolare legata a fattori fisiologici o psicologici, riduzione dell’elasticità muscolare da temperatura troppo bassa, errata scelta dell’attrezzatura utilizzata.
Quale sarà un programma corretto terapeutico e riabilitativo?
L’obiettivo principale deve essere non tanto la rapidità del recupero, ma la prevenzione delle recidive, quindi recupero della totale integrazione anatomica e recupero funzionale e stabile.
Le fasi iniziali del trattamento dovranno tendere a stimolare la cicatrizzazione ed evitare una formazione eccessiva e disordinata di tessuto connettivo fibroso che né può pregiudicare la guarigione.
In fase acuta quando non abbiamo una diagnosi ancora precisa e supportata da esami strumentali la dobbiamo trattare come il “danno maggiore probabile”.
Dopo 2/3 giorni riposo assoluto in base all’entità del danno, R.I.C.E per 48/72 ore, terapia medica con antinfiammatori e miorilassanti.
Dopo le 72 ore linfodrenaggio, massaggio decontratturante a valle e a monte della lesione, dopo 10/12 giorni massaggio profondo trasverso per evitare la formazione di tessuto cicatriziale in eccesso e il formarsi di aderenze e fibrosi.
Nei primi giorni al trattamento manuale si associa Laser e ultrasuoni a freddo associato a Kinesiotaping successivamente dopo 7/8 giorni Tecarterapia ed elettrostimolazione.
Contemporaneamente si può iniziare della mobilizzazione passiva, esercizi isometrici e idrokinesiterapia.
Quando si inizia la fase del recupero attivo e il lavoro sulla forza?
Diciamo che il recupero attivo inizia da subito, ma deve essere moderato e graduale in base all’entità della lesione muscolare. Possiamo dire che ci deve essere una progressione sul recupero del movimento, della rieducazione propriocettiva, del recupero muscolare, del recupero della forza, della rieducazione posturale per poi passare al recupero del gesto specifico ed alla capacità e corretta esecuzione dello stesso.
Un’atleta quando può tornare a praticare sport agonistico?
Quando tutti i parametri sono tornati alla normalità: ROM completo, forza e resistenza muscolare uguale al controlaterale, schema motorio senza compensi, parametri isocinetici uguali al controlaterale, nessun dolore dopo esercizi specifici del gesto atletico.
Dr. Maurizio Radi
Fisioterapista – Osteopata
Dr. Federico Tombari
Fisioterapista