In fisioterapia si usano fasci di luce L.A.S.E.R. (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation), cioè amplificazione di luce mediante l’emissione stimolata di radiazione. Si tratta di apparecchiature che emettono fasci di luce coerenti e monocromatiche.
La luce laser deve avere quattro caratteristiche specifiche per essere definita tale: monocromaticità, cioè avere un’unica e precisa frequenza di emissione ed emettere onde luminose con la stessa lunghezza d’onda ed energia; brillanza, il fascio di luce emesso dal laser è estremamente intenso e potente, diffuso in un’unica direzione; coerenza, ovvero tutti i fotoni emessi dal laser vibrano in concordanza di fase sia nello spazio che nel tempo e quindi ogni punto sarà colpito con le stesse caratteristiche quantitative e qualitative; unidirezionalità, il laser emette fasci di luce paralleli.
La fisioterapia fa ricorso a questa strumentazione nella riabilitazione, in quanto il raggio laser entra nei tessuti più profondi e induce una risposta biochimica sulla membrana cellulare e all’interno dei mitocondri. Le risultanze sul corpo umano sono notevoli, infatti il laser stimola una vasodilatazione con successivo maggior afflusso di sangue nella parte trattata e con esso un effetto biostimolante, cioè accelera la cicatrizzazione, la stimolazione neurovegetativa e aumenta il metabolismo cellulare rendendo più rapido il recupero post traumatico. La laserterapia, altresì, favorisce un’azione vaso attiva sul microcircolo, favorendo un maggior apporto nutrizionale ed un miglior drenaggio di cataboliti dai tessuti. Il laser agevola anche un’azione antalgica, in quanto aumenta la soglia di eccitabilità dei ricettori e realizza un’azione antinfiammatoria.
L’uso del laser può comportare anche effetti negativi, basti pensare che è usanza proteggere gli occhi durante la terapia per scongiurare eventuali danni alla retina. È inoltre sconsigliato il ricorso alla laserterapia in caso di carcinomi, sospetti o appurati, delle aree da trattare o qualora vi sia la possibilità di irraggiamento diretto dell’utero in caso di gravidanza.
I laser si suddividono in tre gruppi: laser continui, che riescono a mantenere i livelli di alta potenza media; laser pulsati o superpulsati, si tratta di apparecchiature che intervengono ad impulsi raggiungendo una maggiore potenza di picco ma si distinguono per la bassa potenza media. Ci sono, altresì, laser misti o superpulsati che sfruttano entrambe le potenzialità.
La laserterapia si utilizza sia in caso di terapia riabilitativa che in ambito sportivo. Le patologie che possono essere trattate sono davvero numerose. I casi in cui il ricorso a questa strumentazione è efficace sono: patologie artro-reumatiche come artrosi cervicale, sciatalgie, tendiniti della cuffia dei rotatori della spalla, poliartrite di mani e piedi, epicondiliti, artrosi dell’anca, gonalgie con e senza versamento, torcicollo, lombalgie, miositi, sindrome del colpo di frusta, sindrome del tunnel carpale; traumatologia sportiva come talloniti, pubalgie, contratture, fasciti plantari, stiramenti e strappi muscolari, distorsioni articolari, epicondiliti, tendiniti, contusioni, borsiti, ematomi e metatarsalgie.
Per chi pratica sport è importante fare ricorso al trattamento laser immediato, al fine di poter ricominciare rapidamente la propria attività e scongiurare che la problematica diventi cronica. Nella medicina sportiva ed in fisioterapia il laser trova il più ampio impiego, alla luce dei suoi effetti antalgici, alle proprietà antiflogistiche e alla velocizzazione delle cicatrizzazioni.
La laserterapia è utilizzata anche in caso di terapia riabilitativa motoria articolare, in seguito alla rimozione di apparecchi gessati o interventi chirurgici ortopedici.